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Rivestimento del tasto bianco

I tasti bianchi del pianoforte, da sempre simbolo di eleganza e precisione, non sono solo legno levigato: il loro rivestimento ha un ruolo fondamentale nella resa tattile e nella durata della tastiera. Storicamente, l’avorio naturale era il materiale di riferimento, ma la scarsità, l’alto costo e le implicazioni etiche hanno spinto costruttori e chimici a sviluppare alternative sintetiche capaci di imitare le proprietà dell’avorio, mantenendo estetica, resistenza e tattilità.

Le prime alternative sintetiche
Già alla fine del XIX secolo, si sperimentavano sostituti artificiali per l’avorio. Ricette pionieristiche combinavano materiali naturali modificati chimicamente, come gelatina, cellulosa, polveri minerali e gusci d’uovo, spesso con leganti e alcol. Sebbene rudimentali, questi esperimenti rappresentavano i primi passi verso materie plastiche moderne. La celluloide, sviluppata intorno al 1870, fu tra i primi materiali utilizzati su larga scala. Ottenuta trattando la cellulosa con acidi per formare nitrato di cellulosa e mescolandola con canfora, offriva la possibilità di modellare lastre e placchette di rivestimento con una certa trasparenza e possibilità di colorazione. Nonostante la sua infiammabilità e tendenza a ingiallire, la celluloide fu largamente impiegata per decenni, anche per i frontali dei tasti rivestiti in avorio.

L’evoluzione dei materiali negli anni
Negli anni ’30, il polimetilmetacrilato (PMMA), meglio conosciuto come plexiglass o materia plastica formata da polimeri del metacrilato di metile, estere metilico dell'acido metacrilico, iniziò a essere utilizzato per le coperture dei tasti. Trasparente e capace di imitare l’aspetto dell’avorio, era però fragile e soggetto a graffi. Negli anni ’60, le resine e i poliesteri acrilici divennero alternative più durevoli, resistenti all’usura e agli agenti chimici, sebbene leggermente diverse nell’aspetto rispetto all’avorio originale. La ricerca di materiali che unissero resistenza, estetica e sensazione al tatto portò alla produzione di poliammidi, resine fenoliche, policarbonati e altre materie sintetiche, tutte valide alternative all’avorio naturale.

Produzione e lavorazione dei tasti
I tasti bianchi moderni possono essere realizzati in lastre o singole placchette, lavorate tramite levigatura, taglio, incollaggio e lucidatura. La precisione della lavorazione è fondamentale per garantire altezza, allineamento e corretto scorrimento della meccanica. I materiali sintetici, rispetto all’avorio, offrono maggiore uniformità, resistenza agli agenti atmosferici e facilità di pulizia. Tuttavia, alcuni materiali, come l’acrilico, possono risultare scivolosi, mentre la Galalite può subire ingiallimento o fessurazioni se non incollata e regolata correttamente.

Il ruolo del termoplastico acrilico
A partire dagli anni ’60, l’acrilico è diventato il materiale predominante per i tasti bianchi grazie alla sua durevolezza e versatilità. È resistente all’invecchiamento, all’acqua, agli acidi e agli alcali di media concentrazione, e può essere modellato in lastre o tramite stampa a iniezione. Questa tecnologia permette la produzione di placchette con frontalino integrato e uniformità superficiale. Pur essendo infiammabile e sensibile a solventi aggressivi, l’acrilico ha garantito oltre cinquant’anni di affidabilità nella produzione di tastiere.

Nuove frontiere dei materiali sintetici
Negli ultimi anni, i costruttori hanno sperimentato materiali sintetici che combinano resistenze meccaniche e tattili simili all’avorio, senza i suoi limiti etici e ambientali. Si tratta di resine con additivi minerali che riproducono l’igroscopicità naturale dell’avorio, offrendo sicurezza e stabilità al tatto. Queste soluzioni sono particolarmente interessanti per i pianisti e gli artigiani che cercano una sensazione naturale ma con la durabilità dei materiali moderni.

Conclusione
Il rivestimento dei tasti bianchi del pianoforte ha attraversato una lunga evoluzione, dal pregiato avorio alle moderne resine sintetiche. Oggi, materiali come Galalite, acrilico e altri composti sintetici offrono durabilità, estetica e comfort tattile, garantendo strumenti affidabili e rispettosi dell’ambiente. La conoscenza dei materiali e delle loro proprietà rimane essenziale per tecnici, costruttori e pianisti attenti alla qualità e alla longevità dello strumento.

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